Vincenza Modica - Teatro
Silenzi
Apparizioni
Sillabe ustorie
Sparizioni corporee
Metamorfosi
Vertigini
Il peso del cielo
La carne che si è
Mancanze
Possibili cataclismi “ La vita è un punto,
Evaporazioni e l’anima non ha sezioni,
Intermittenze dell’essere né lo spirito inizi.
VENENDO AL MONDO SONO CADUTO NEL TEMPO
Terremotati dall’insopportabilità di vivere
sull’orlo di un vuoto che aspira i corpi
resistere all’eutanasia del pensiero
scrutare il rovescio delle parole
dilatarne il mistero
effonderne il soffio nel sangue infreddato.
Errando tra grate di gesti
addestrare lo sguardo all’invisibile
l’udito al silenzio.
All’incrocio dei propri terrori
squartare la possibilità dell’indifferenza
infrangere la patinata realtà delle abitudini
viandare sul suolo crudelmente disperato del cuore.
Essere in pericolo di vita
come un giullare che esorti al riso.
“ …mais le theatre, il faut le rejeter dans la vie.“
“ Potrete voi capire
perché io,
sereno,
sotto la tempesta dei sarcasmi,
porti la mia anima su un vassoio
al pranzo degli anni futuri?
Lacrima inutile che cola
dalla guancia mal rasata delle piazze,
io,
sono forse
l’ultimo poeta.”
“….poiché ci collezionano
la fine fa credibile
il nostro inizio
…nel mondo balbettato
dove come ospiti
soggiorniamo”
NOTA ESPLICATIVA
RIVOLTA è una breve incursione nell’universo del dolore e dell’alienazione. Questo lavoro teatrale è stato concepito né come spettacolo in cui una storia è narrata, né come messa in scena di un testo, ma piuttosto come sequenza o partitura di voci differenti che testimoniano della fragilità umana e della necessaria ribellione contro indifferenza e soprusi. Nel prologo, dopo una breve premessa “artaudiana” sul teatro, si dice che RIVOLTA “naturalmente” non è uno spettacolo di distrazione, né un dramma d’amore, non una storia di genere tragico e nemmeno di genere comico, non è una storia… e, aggiungerei, nemmeno la rappresentazione di una rivoluzione. Forse non è uno spettacolo! Comunque… niente che non si possa capire. RIVOLTA è piuttosto un’invocazione, un debole appello rivolto all’umanità intera, testimonianza di una condizione umana, esortazione alla vita, un discorso fatto di parole possibili e di sconfinamenti verbali. Sulla scena come sulla pista di un circo si avvicendano le diverse creature che danno voce e corpo a tutto ciò: Voce Solitaria nella scena della fame che ostinatamente anela a rivolgere la sue parole da vivo ai vivi; la Piccola Kamieta giovane angelo consolatore che narra e danza contro l’oblio e la morte; Volodia nella “pantomima crudele” sul suolo disperato del cuore che dialoga con l’altro; il Suicida che invoca risposte impossibili. Una dopo l’altra le creature si congedano, l’intera sequenza si chiude con l’epilogo impossibile.
Una pantomima crudele \ ovvero Le mal d’être
Una pantomima crudele ovvero le Mal d’être, secondo lavoro della TRILOGIA DELL’ASSENZA, si compone attualmente di due assoli brevi “La favola invertita” e “La mensa dei cieli” rielaborati in un unico atto. La scena è spoglia, non vi è che un unico essere ad occupare lo spazio: la Creatura.
Come un “viandante” incuneato tra mondo percepito e mondo manifesto, realtà e illusione, essa dà voce e corpo alle molteplici umanità che - emanazioni/evaporazioni del luogo stesso - lentamente si presentano ad affollare la scena come figure strappate dal sepolcro del tempo.
La Creatura è l’essere che svolge e compie l’itinerario di trasmutazione “drammaturgica” di ciò che, nel vuoto di tempo della scena inagìta può accadere, lasciando affiorare visioni/rêveries che vadano “straordinariamente” ad animare il luogo in questione.
Qualcosa e qualcuno capitano proprio lì, e si impongono come lapsus teatrali senza via d’uscita se non quella della “rappresentazione”.
C’è un silenzio prima e c’è un silenzio dopo, come prima e dopo una catastrofe.
Indicazioni di lavoro, frangenti di esplorazione e materiali di elaborazione:
l’attesa, la permanenza degli eventi, il succedersi dei pensieri, l’attrito tra l’anima e il mondo esterno, l’affanno della vita, la tirannia delle parole, la tentazione della recitazione, le imposture del corpo, l’assenza di personaggi, il firmamento, i luoghi della scelleratezza, il tempo dell’uscir da sé, il transitare verso un altrove, ricordare, l’uscire di scena, il ritorno, l’inudibile, l’indicibile.
Il tempo del silenzio \ “Le circostanze dell’anima”
Scena vuota. Scena silente. Luogo della dimenticanza.
Una presenza, superstite in mezzo alle cose, in immobilità, con soltanto il respiro.
Corpi inerti si frappongono tra la luce e l’occhio che attende di vedere.
Non c’è annuncio alcuno, ma parole affiorano dalle radici del silenzio, parole che sono impronte di passi nell’acqua e ancora non sanno di farsi cammino.
“Il tempo del silenzio” è un primo frammento non ancora concluso di questa terza tappa della Trilogia dell’assenza in cui le parole e le azioni cercano di essere un possibile respiro della scena senza l’affanno della rappresentazione. L’attore è corpo opaco, ombra che si dilegua, voce che sussurra, pensiero che si insinua smarrendosi nel vuoto della rappresentazione.
“Se tutto fosse coinciso nell’istante del suo disparire e, se per questo avesse cercato - eccellendo per luminosità - la forma che testimoniasse nella memoria l’esistenza di questo tutto, forse noi non ci chiederemmo di quale fascino vestirci ma, esistendo con corporeità fatta della stessa materia dei sogni, abiteremmo l’assenza di noi stessi nella venatura di un legno, nella fragilità di una ragnatela, nell’incorporeità del vento, nella trama di un suono.”
Mena Rusciano - Danza
Sonic Alliances - Musica
Salvatore Gatto \ burattini e musica
Gianni Maresca \ chitarraOpera dei pupi
Il burattino, ha aggiunto Gatto, “ha tutto” per essere amato dai bambini, per i colori, l’emozione, per la continua lotta tra il bene e il male, anche se, ci spiega, il mio è uno spettacolo per adulti, perché “è una metafora della vita” troppo spesso disattenta.
Gallery
Anteprima degli ospiti attesi.
ATTRICE
Nel ’98 realizza da autrice e attrice lo spettacolo RIVOLTA “sonata per sola voce umana”. Dal 2003 cura il progetto “Neiwilleriana” - Laboratorio teatrale ispirato ad Antonio Neiwiller in collaborazione con Gaetano Marcellino e Giancarlo Savino. Come attrice lavora inoltre con Leo de Berardinis, Toni Servillo, Mario Martone, Franco Scaldati, Alfonso Santagata, Claudio MorgantiNel ‘94 fonda e dirige, tuttora attivo, il laboratorio “Sentimento del tempo” avvalendosi della collaborazione di attori e diversi artisti, portando avanti la ricerca sull’incontro tra le arti e i linguaggi e sui possibili ‘sconfinamenti’
DANZATRICE
SONIC LIFE FORMS
INNOVAZIONE
INNOVAZIONE
INNOVAZIONE
Mustilli \ Sponsor di Cross Cities
Le Cantine di Mustilli, da sempre coltivano e sostengono attività culturali con particolare attenzione alla qualità e allo spirito innovativo che accompagna l'arte. Qui sono accolti gli eventi più caratteristici e spettacolari: musica, teatro, danza, cabaret, reading, progetti internazionali, con degustazioni di vini e di prodotti tipici.
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